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Dugongo - Le leggende

 
 
Introduzione
L'incontro
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Comportamento
Distribuzione
e Habitat
Pericoli

Leggende

 
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La sirena più famosa e fotografata,
simbolo della città di Copenhagen (*)

Il dugongo e il lamantino vengono messi in relazione al mito delle sirene, tanto da essere classificati nell'ordine Sirenia (o Sirenidi). Il mito delle sirene, che risale alla civiltà greca, è antico così come lo sono i dugonghi, di cui sono stati ritrovati resti che risalgono a 6.000 anni fa.
Il più noto riferimento alle sirene è forse quello tratto dall'Odissea, quando la maga Circe avverte Ulisse del pericolo che le sirene rappresentano con il loro canto ammaliatore e gli suggerisce di tappare le orecchie dei marinai con della cera. Ulisse, se vuole ascoltare questo canto, deve farsi legare saldamente all'albero della nave, ordinando ai marinai di non slegarlo, qualsiasi cosa egli dica o ordini loro. Con questo trucco, Ulisse può sentire il canto, pur scampando il pericolo.
Meno noto, l'incontro di Giasone e degli Argonauti con le sirene, di cui ci narra Apollonio Rodio ne 'Le Argonautiche'. In questo caso fu Orfeo a salvare i marinai dal canto delle sirene, suonando a sua volta in maniera così melodiosa che gli uomini ascoltarono lui e ignorarono le sirene che, deluse e umiliate, si suicidarono gettandosi da una rupe.
Ma il mito delle sirene non si limita al bacino mediterraneo: è presente anche nelle mitologie scandinave, irlandesi e inglesi, tedesche, russe e in quelle del medio oriente e dei paesi asiatici. Spesso alla figura femminile si aggiungono anche figure maschili, come Tritone, figlio di Nettuno, nella mitologia greca, Ningyo in Giappone e Vatea, il 'creatore', in Polinesia.
Le origini del mito delle sirene sono oscure e discordanti. Curioso è invece il fatto che in origine esse avessero corpo d'uccello dai lunghi artigli, con grossi seni e volto di donna. Questa fisionomia ben si associa alla caratteristica del canto ammaliatore, essendo il canto elemento tipico degli uccelli e non degli esseri marini. Sembra anche che il nome 'Sirena' derivi dalla radice semitica 'sjr', che significa, appunto, cantare. Come si sia passati poi dalla figura di donna-uccello a quello di donna-pesce, resta un mistero. Tra le ipotesi, un errore di trascrizione, dal latino 'pennis' (penne, piume) a 'pinnis' (pinne). Mi è comunque difficile credere che un mito così largamente diffuso presso culture tanto differenti e distanti tra loro, possa aver subito un mutamento così radicale sulla base di un semplice errore trascrittivo, in epoche in cui la tradizione orale aveva una notevole importanza. Un'altra ipotesi è che il mito donna-uccello sia nato in paesi lontani dal mare, o in zone interne, una figura mitologica molto simile come raffigurazione e attitudine alle Arpie, per mutarsi poi in donna-pesce quando il mito delle sirene ha raggiunto culture rivierasche, proiettate verso il mare.

Quello che va invece sottolineato è che le sirene erano considerate esseri malevoli, portatrici di disgrazie. Rappresentavano il binomio 'inganno-morte', con il loro canto ammaliatore che attirava le navi sottocosta, verso scogli nascosti, per farle naufragare. Per alcuni le sirene erano reincarnazioni di spiriti respinti dall'Aldilà, esseri assetati di sangue che si cibavano dei marinai che riuscivano a nuotare fino a loro, senza affogare. Il loro canto soggiogava chiunque lo udisse, che ritornava però in pieno possesso delle proprie facoltà mentali, una volta allontanatosi sufficientemente da non udire più il loro canto. Una forma, insomma, di follia temporanea.
Nei secoli la figura della sirena ha subito cambiamenti graduali, da simbolo dell'inganno mortale, a semplice frutto della fantasia di marinai, che raccontavano di averle incontrate, conseguenza questa dell'essere rimasti troppo a lungo in mare e di aver così perduto il senno. Le segnalazioni di avvistamenti sono proseguite fin quasi ai tempi nostri, mentre la figura della sirena si è trasformata in un simbolo di donna misteriosa, dotata di fascino magnetico, capace di risvegliare fantasie, spesso raffigurata con connotati sexy, quasi un simbolo erotico.
Oppure, come nella favola di Andersen, il simbolo dell'eterna lotta tra razionalità e istinto nel cammino dell'evoluzione spirituale: la conquista di un'anima che fa diventare umani e la perdita della coda, simbolo animale, con conseguente rinuncia all'ambiente e alla condizione originaria.


Una curiosa immagine di sirena. Si noti il volto,
più simile ad un dugongo che ad una donna. (*)

A questo punto penso sia lecito porsi una domanda: come è stato possibile che il dugongo (o il lamantino), animali socievoli e non certo avvenenti, siano stati scambiati per sirene, dotate invece di grande fascino, crudeli e dal canto ammaliatore? Chi ha ascoltato il verso del dugongo nella pagina introduttiva, si sarà reso conto che è tutt'altro che ammaliatore! Credo che in questo caso la responsabilità di aver alimentato questo malinteso sia veramente da imputare alla fantasia dei marinai e dei loro troppo lunghi soggiorni in mare, nonché al loro ambiente, che è sempre stato ricco di superstizioni e credenze. Pare che anche Cristoforo Colombo, alla vista di tre lamantini, abbia espresso tutto il suo disappunto per la bruttezza di quelle 'sirene'!
Anche in questo caso si è cercato di dare una spiegazione logica, cercando negli attributi fisici del dugongo delle giustificazioni a questo abbinamento. La femmina ha i capezzoli molto vicini all'attaccatura delle pinne: spesso, durante l'allattamento, stringe il piccolo al seno con la pinna, ricordando, con questo atteggiamento, una donna. Con tutta la mia buona volontà, non vedo altre somiglianze. Forse una femmina che allattava il suo piccolo, vista da lontano, dopo molti mesi di solo mare, senza vedere una donna, dopo una pinta di rum, ha tratto qualche marinaio in inganno? Difficile rispondere, sarebbe molto più facile liquidare l'intera faccenda attribuendo alle fantasie di marinai visionari questo errore d'identificazione. Ma restano comunque delle coincidenze curiose, riscontrabili tra popolazioni e culture molto diverse e lontane fra loro. La prima curiosità riguarda il nome attribuito al dugongo in vari paesi (al lamantino, in Brasile):

  1. Egitto: Arusa el bahar = la fanciulla, la bella del mare;
  2. Kenia: Queen of the sea = la regina del mare;
  3. Indonesia: Putri duyung = principessa dugongo;
  4. Brasile: Peixe mulher = pesce donna (ma anche Peixe boi = pesce bue).

In tutti questi casi, il nome fa sempre esplicito riferimento alla figura femminile. Non sono riuscito a rintracciare il nome comune in altri paesi (se qualcuno ne fosse a conoscenza, lo pregherei di comunicarmelo), ma credo che ci siano altri esempi simili.
Non solo, ma i nomi hanno sempre termini elogiativi: non dimentichiamo che le sirene, pur nella loro crudeltà, erano esseri dotati di poteri sovrumani, figlie o generate da dei.
Altra curiosità, in Indonesia si crede che i dugonghi siano reincarnazioni di donne e sono considerati spiriti benigni, così come c'era la credenza che le sirene fossero incarnazioni di spiriti che non avevano avuto accesso all'Aldilà (spiriti maligni, in questo caso). Una leggenda thailandese narra di una donna trasformata in dugongo per la sua smodata passione per i baccelli di alcune piante acquatiche. Da allora le lacrime di dugongo sono considerate una potente pozione amorosa, come avviene in Indonesia. Alle lacrime di dugongo mischiate con del profumo, così come al consumo della sua carne, viene attribuito, da alcune popolazioni, il potere di attrarre il sesso opposto, ricordando in questo il potere di attrazione delle sirene.
Molte popolazioni considerano il dugongo un porta sfortuna, attribuendogli una connotazione negativa, come negative erano le sirene. Anche nelle Filippine viene considerato un porta sfortuna e per questo vengono fabbricati, con le sue ossa, amuleti contro gli spiriti maligni. In Cina, al contrario, per secoli il dugongo è stato considerato un animale dai poteri 'miracolosi' e la sua uccisione causa di sfortuna. In molti villaggi di Sabah, nel Borneo malese, i pescatori associano al dugongo credenze superstiziose e non lo cacciano, rimettendolo in libertà se resta impigliato nelle loro reti.

Difficile indagare sui motivi storici e culturali che hanno fatto fiorire in così tanti paesi il mito delle sirene, così come è difficile capire come mai il dugongo sia stato identificato con le sirene da parte di culture tanto differenti. Resta il fatto che al dugongo vengano attribuiti molti poteri, sia positivi che negativi e che a lui siano legate molte credenze e superstizioni. Da parte mia posso solo aggiungere che la femmina che ho incontrato mi ha 'stregato' al primo sguardo, dolce e mansueto, senza nessun canto ammaliatore, nel silenzio totale del mio approccio in apnea.

(*) Immagini trovate sul web, senza un riferimento alla paternità o all'origine.



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